LAVORI

Mattia Bosco

2020

Cross reality

Le relazioni sono invisibili. Poterle vedere ci darebbe un vantaggio enorme.

Non sugli altri, ma con gli altri, perché vedremmo che niente esiste in modo isolato, che tutto è interconnesso. Le relazioni sono l’invisibile filigrana delle cose, una sottile intelaiatura iridescente, che pulsa a intermittenza. La lucciola non smette di volare tra un battito di luce e l’altro. Il buio fra i due momenti luminosi è ciò che il collega.

Unire i punti come se fossero numerati per vedere comparire la forma di una relazione, come una costellazione, un’immagine che lega stelle lontane anni luce. Ma chi può smettere di vedere il Gran Carro? Le relazioni sono invisibili, ma in realtà si possono vedere: vanno immaginate. Sospesa la visione ordinaria, capovolgendola come un guanto, appare la fodera interna del reale.

In questa immagine ho incrociato due piani, l’ambiente del mio studio con le sculture di pietra che lo abitano e la fotogrammetria di una porzione dello stesso spazio. Una sorta di collisione tra reale e virtuale che fa uscire allo scoperto l’intelaiatura sommersa delle cose, facendola brillare in superficie.

Mattia Bosco nasce a Milano nel 1976 da una famiglia di pittori, vive e lavora tra Milano e le montagne dell’Ossola. Scultore con una formazione filosofica, nel suo lavoro parte dalla considerazione della materia come qualcosa in cui il processo formale è già in atto e non come grado zero della scultura. L’azione dello scolpire non si realizza come rimozione del superfluo ma come adattamento a un luogo. La forma, quindi, affiora naturalmente, senza essere inventata dallo scultore che, anzi, la trova nelle cose e ne continua il processo di formazione. Espone in progetti espositivi personali a: Palazzo Borromeo, Milano (2019), Ex Cimitero San Pietro in Vincoli, Torino (2018), Mars, Milano (2017), Museo Diocesano, Milano (2015, 2008), Triennale Design Museum, Milano (2013), Limewharf, Londra (2013), Chiesa di S.Stefano, Milano (2007). Tra le esposizioni ambientali: Frieze Sculpture Park, Londra (2015), Country Unlimited, Cascina Maria (2018, 2017), Dolomiti Contemporanee, Pieve di Cadore (2017) e Casso (2014), Museo del Marmo, Carrara (2014). Tra le mostre collettive in istituzioni internazionali: Museum Tinguely, Basel (2015), Camec, La Spezia (2015), Triennale Design Museum, Milano (2010), La Permanente, Milano (2009). Nel 2014 è eletto tra i finalisti del XV Premio Cairo e nel 2012 arriva secondo ex aequo al Premio Fondazione Henraux. La sua collaborazione con Galleria Fumagalli inizia nel 2018, la sua prima bi-personale assieme a Filippo Armellin è del 2019.